Camminava nudo nel buio e nel silenzio assoluto,
solo con i miei pensieri che rumoreggiavano.
Pensavo se nella solitudine si genera il bisogno di una nuova compagnia.
Bullshit!
Avere compagnia, a prescindere dalla sua natura, è per me una esigenza sempreverde
naturalmente intervallata dai tipici momenti “Only Me”.
A me appartiene la realtà,
io sono il padrone della mia vita.
Non la subisco.
Ogni azione genera una reazione, è vero ed assodato.
Ma la reazione è la mia.
Imparando ad ascoltare me stesso ho imparato a non tollerare
Ulteriormente la superficialità delle persone.
Quindi, appurato il ruolo della “compagnia”,
la solitudine non è voglia di rimanere soli quanto
il bisogno di una interazione reale, utile, sincera e vigorosa.
Con me stesso.
Con gli altri.
Le chiavi sono qui.
6 commenti:
Lo stare con se stessi può essere molto affascinante.
Baci
Il silenzio e se stessi sono la compagnia migliore.
(poi ci sono le eccezioni,
anime affini) ;-)
Volevo farti i complimenti per il tuo blog e invitarti a visitare il mio. Se ti va cliccando sul mio nick trovi il link. Grazie e complimenti ancora!
Kylie,
decisamente. si notano e si vivono situazioni molto interessanti.
Morgana,
e le eccezioni colorano la nostra vita :)
Andrea,
grazie e benvenuto!
E' solo una questione di equilibrio interiore. Poi si sta bene ovunque e con chiunque, addirittura, solo, con se stessi ;)
Maraptica,
esattamente. se hai una colonna, un asse, un equilibrio.
tutto ci gira intorno.
un abbraccio!
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