Per scelta personale, ben poche persone hanno percorso la mia strada.
Ancora meno hanno avuto modo o voluto scoprirne gli angoli più nascosti.
Voi, sempre presenti, solo in parte avete viaggiato con me.
Per volere mio, perchè ritengo che sia giusto imparare a cavarsela da soli,
è giusto sbagliare e sbattere contro i muri.
E' giusto imparare a rialzarsi, leccarsi le ferite e ripartire con un bagaglio più ricco.
Forse ho anche esasperato questa gestione autonoma e totalitaria della mia vita.
Così è stato, così è e sono convinto di aver fatto le scelte giuste anche negli errori
che mai rinnegherò. Che mai rimpiangerò.
Comunque sia, vi ho sempre considerato uno dei miei pochi punti di riferimento.
E su questo, non mi va di spendere avverbi come "ovviamente", "naturalmente" ecc
perchè non do più nulla per scontato.
Durante i giorni di luce mi avete sempre permesso di farmi irradiare e scaldare,
mettendovi da parte.
Nel buio avete camminato con me, tenendomi per mano e afferrandomi per il collo
quando necessario.
Quanta pazienza. Quanto amore per l'anomalia. Per il figlio inaspettato così particolare
e diverso. Dagli altri bambini, dai vostri figli.
Ricordo con precisione il giorno in cui tu, mamma, mi raccontasti gli aneddoti (leggasi problemi, tensioni, paure...) relativi alla mia nascita.
Ricordo anche quanto odiavo il mio nome. Non mi piaceva!
E te lo rinfacciavo!
Nessuno si chiamava come me (ora è pure troppo inflazionato) e io mi lamentavo del perchè non
mi avessi chiamato come gli altri: Gianluca, Francesco, Massimo, Andrea, Roberto.
Ero bimbo. E già rompicoglioni.
Poi ho capito l'importanza di quel nome, fino a sentirlo intimamente il mio. Non potevo che avere questo nome.
Dono di Dio.
Voi mi avete sempre considerato così.
Contrariamente a tutti voi, non sono credente. Ma capisco molto bene il senso di questo nome, il senso che ha avuto per voi da prima della mia nascita fino ad oggi.
Mi avete donato ogni cosa, compreso il nome.
Il mio debito è immenso.
Sapete bene che i miei occhi sono sempre pronti a darvi e dirvi quello che volete.
Non riesco e non sono il tipo che racconta cazzate, anche sbagliando.
Il mio sguardo e le mie espressioni facciali non tradiscono, illuminano chi mi sta di fronte
al punto da permettergli di guardarmi dentro.
Poi capire cosa c'è è un'altra cosa. Ci vuole tempo e dedizione.
Non verrò per un pò.
Capireste subito che qualcosa non va, notereste subito le mie preoccupazioni.
Si.
Qualcosa anon va dal punto di vista fisico.
Non voglio che vi preoccupiate, perchè ogni preoccupazione sarebbe ingigantita dalla distanza, e so
che perdereste la tranquillità raggiunta.
E io non voglio che questo accada per colpa mia.
Vi siete sempre presi cura di me, con annesse preoccupazioni, soddisfazioni, gioie e dolori, paure,
traguardi raggiunti, emozioni vere.
Ora voglio prendermi cura io di voi.
Voglio tutto il bene e la tranquillità per voi.
Non è il caso di allarmarvi prematuramente per qualcosa che ancora non è definito e chiaro.
Perdonatemi se anche questo periodo lo terrò per me.
D'altra parte sapete che so badare a me stesso.
Non c'è bisogno che aggiunga altro, credo.
10 commenti:
Joh,
non ho capito.
Un pensiero ed un abbraccio in un soffio di Vento giungano a Te..siano di incoraggiamento e di buon auspicio...sii forte nelle avversità e dolce con Te stesso...mi mancherai..
dandelìon
Un pensiero ed un abbraccio in un soffio di Vento giungano a Te..siano di incoraggiamento e di buon auspicio...sii forte nelle avversità e dolce con Te stesso...mi mancherai..
dandelìon
Dandelion,
ehm, non vado da nessuna parte.
è una lettera per i miei genitori...
A presto
Joh
Credo che tutti pensassero che fosse una lettera aperta ai tuoi lettori r non ai tuoi genitori...
Joh
Joh,
e mi sa che è come dici tu.
:)
I genitori sono un dono inestimabile, la vita a me ne ha dato solo uno ma vale per 10. Hai scritto un post bellissimo sardo :)
Mara,
amica mia. lo devo a loro se ancora sono qui più o meno integro.
ogni altra parola credo sia superflua.
grazieeee!!!!
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